Il turista che si reca a La Morra, probabilmente lo farà attirato dalle eccellenze vitivinicole, dalla possibilità di compiere vari tour enogastronomici a base di tutti quei prodotti che da sempre contribuiscono a rendere conosciuti questi luoghi un po’ ovunque nel mondo: i vitigni e i pregiati vini che si possono degustare in loco, tartufi, nocciole, formaggi, pasta e dolci. Il visitatore sensibile alla storia e all’arte rimarrà comunque soddisfatto: il paese offre molteplici spunti in tal senso, sia nel centro abitato che nelle frazioni circostanti, dove si possono scoprire vestigia del passato medievale e settecentesco, sia negli edifici religiosi che civili.
Chi volesse riscoprire un’esperienza di contatto con la natura con un ritmo più blando e appagante, a piedi oppure in bicicletta , può invece pensare di affidarsi ad uno (o più) dei sette sentieri studiati per penetrare nel cuore di questo territorio, immergendovisi completamente.
Tutti i percorsi sono studiati per consentire di attraversare in sicurezza il territorio comunale, passando attraverso vigne e coltivi, noccioleti e zone boschive, frutteti e punti di interesse storico, sempre e comunque godendo di un’ampia panoramica sulla valle del Tanaro fino alle colline del Roero, in un contesto naturalistico molto suggestivo e affascinante, accompagnati dallo sfondo dalla catena montuosa delle Alpi e dalla vetta del Monviso.
Sette percorsi, un’unica bellezza diffusa.
Il “sentiero delle grandi vigne”, che conduce alla “Panca Rossa”, o il “sentiero dei crus del Barolo” che invece porta alla scoperta della “Cappella del Barolo” e del Cedro monumentale del Libano, che svetta dalla sommità del suo colle dal 1875, prediligono un percorso attraverso i filari ordinati dei vigneti più blasonati.
Per una visione più panoramica, si potrà optare per i sentieri “di S.Anna”, “dei Castagni” o “della Madonna di Loreto”, fra caratteristiche borgate, cappelle votive o come nel caso del “sentiero dei grandi orizzonti”, flora e fauna tipici della zona.
C’è infine un percorso, il più breve e facilmente percorribile, che in un anello di due chilometri e mezzo riuscirà a farvi scoprire un angolo inaspettato e dal sapore un po’ fatato.
Il Sentiero del Laghetto
Percorrendo dal comune i Bastioni Medievali, che tutt’oggi testimoniano ciò che rimane di quelle mura a protezione del castello di La Morra, abbattuto nel XVI secolo, si scende fino ad imboccare, terminate le prime case, un viale alberato sterrato in discesa. Inizia così l’avventura lungo il “sentiero del Laghetto”: un invaso artificiale di inizi Novecento, prossimo ad una delle ultime fontane del luogo rimaste, quella “dei boschi” e all’area “delle erbe aromatiche”. In questo anfiteatro naturale il laghetto è circondato non dalle abituali vigne, ma da un bosco selvatico che spande i suoi silvestri profumi. L’impressione è quella di immergersi in un quadro impressionista, una di quelle enormi tele che ritraggono il giardino di Monet a Giverny, giusto per citare il primo esempio che riaffiora alla memoria, il colore dominante è il verde, in ogni sua sfumatura, tanto che a guardarsi attorno ad un certo punto pare di smarrirvisi dentro, incapaci di trovare il corretto nome per ciascuna variazione cromatica.
A quel punto, non rimane che accomodarsi e godersi la frescura; l’area è anche sosta attrezzata per camperisti e la sera ci si può addormentare come se si fosse lontani dalla civiltà, nel silenzio notturno interrotto solamente dal gracidare delle rane, che si trasforma in una sorta di atavica ninna nanna, insieme al frinire dei grilli e ad altri suoni i quali la vita di città spesso ci rende estranei: un luogo che invita e predispone al riposo, alla riflessione e al relax in ogni stagione e non solo in estate , quando la ricerca di refrigerio può sembrare il fine più pressante, ma anche ad esempio in autunno, quando tutto intorno il contrasto di colori vira verso il mondo dei gialli, dei rossi e dei marroni.
Sulla via del ritorno verso il paese, una sosta è d’obbligo nei pressi della chiesetta di Santa Brigida. La cappella è l’ampliamento settecentesco di un antico pilone votivo, un tabernacolo dedicato a Santa Brigida di Svezia Vedova: narra la leggenda che durante un’epidemia di peste, una delle pie donne che si dedicava alla cura dei malati e che quotidianamente li raccomandava alla grazia della santa, se li vide venire incontro un giorno risanati completamente. Fu a seguito di questa grazia ricevuta che gli abitanti del luogo decisero di ingrandire la struttura preesistente e trasformarla in cappella. Al suo interno è custodita una pala d’altare ottocentesca raffigurante la Santa con la Vergine.