Dovessimo scegliere una manciata di sapori e profumi che caratterizzano il territorio piemontese, in tutta onestà, ci troveremmo di fronte ad un dilemma difficilmente dipanabile, talmente tante sono le possibili sfumature che danno corpo alla produzione locale.
Eppure, fra quelle più intimamente significative, ed evocative, mi sento di inserire il connubio creato da una fetta di torta di nocciole accompagnata da una generosa porzione di voluttuosa crema di zabaione al moscato.
Un’esperienza sensoriale ed emotiva, come le petites madeleines di proustiana memoria: un assaggio, ed ecco che in noi si generano visioni di noccioleti ordinati ed antichi, di vigneti che si dipanano in filari che si inseguono di collina in collina, in una piccola continua esplosione di ricordi e suggestioni, e fra le tante località legate alla produzione e alla lavorazione della nocciola Piemonte i.g.p., la tonda gentile di Langa ha la sua patria forse più nota nel comune di Cortemilia.
Cortemilia: fra arte e storia, quanti motivi per visitarla!
Siamo a pochi chilometri da Alba, immersi fra colline alternativamente coltivate a vigneti e noccioleti che lasciano spaziare lo sguardo fra le valli Bormida e Uzzone. Cortemilia è un piccolo borgo medievale, posto all’interno di una sorta di anfiteatro naturale sapientemente rielaborato nei secoli dall’intervento umano grazie ai terrazzamenti di pietra di langa, di cui parleremo più approfonditamente fra poco.
Dell’epoca medievale rimangono i resti delle fortificazioni che caratterizzavano il borgo: da qualunque punto del paese è visibile il profilo dell’alta torre circolare che si staglia ancor oggi ricordando la passata maestosità. Altra vestigia degna di nota, poco fuori dal centro abitato, oltre il torrente Uzzone, è fuor di dubbio l’antica pieve intitolata a S. Maria.
Molteplici sono le plausibili motivazioni per inserire Cortemilia nel novero delle mete da aggiungere ad un ipotetico percorso nelle Langhe: gli amanti delle camminate, ma anche cicloamatori o chi volesse provare il piacere di una passeggiata a cavallo può provare a percorrere La grande attraversata delle Langhe, un percorso studiato appositamente per una totale immersione nel paesaggio in tutti i suoi aspetti. Gli appassionati d’arte possono a loro volta immergersi in una serie di itinerari che intrecciano storia, architettura e arte: dal centro storico alla chiesa e convento di san Francesco, dal borgo e chiesa di San Michele al Museo Diocesano, dove viene conservata fra le altre cose, anche la Santa Spina, frammento ligneo venerato come reliquia in quanto ritenuto parte della Corona di Spine, testimonianza della ricca storia di devozione popolare del paese, tutto concorre a rendere Cortemilia un vero e proprio museo aperto.
La fiera della nocciola.
Il mese di agosto poi, è un vero tesoro di opportunità fra incontri culturali, spettacoli, rassegne d’arte che nell’ambito della manifestazione “Cortemilia è Cultura” introducono ed accompagnano il momento clou della stagione, l’evento che caratterizza il paese proprio perché legato ad uno dei suoi prodotti più tipici: la Fiera Nazionale della Nocciola.
La Fiera Nazionale della Nocciola rappresenta una ghiotta occasione per conoscere da vicino le eccellenze locali facendo quattro passi tra le vie del centro, dove si alternano spazi di volta in volta dedicati alla produzione tipica locale, all’artigianato o al divertimento dei bambini. Non stupisce che l’amore per questo prodotto, di grande eccellenza, unito al desiderio di promuovere il territorio che lo genera e gli uomini che lo vivono, abbia portato, proprio a Cortemila, ormai un ventennio fa, alla costituzione della Confraternita della Nocciola Tonda Gentile di Langa.
Originario dell’Asia, l’albero del nocciolo era già conosciuto nell’antica Roma dove le sue foglie e i suoi rami si regalavano come augurio di felicità, mentre in Germania era ritenuto un simbolo di fertilità. Per i druidi, sacerdoti degli antichi popoli celtici, il nocciolo rappresentava un albero sacro e diverse altre culture ne celebravano le proprietà miracolose. Questo albero dal frutto gustoso trovò il suo habitat ideale nel bacino del Mediterraneo; Sul territorio italiano, vengono coltivate due varietà di nocciole: la nocciola allungata e quella tonda, di cui la varietà Tonda Gentile Trilobata è ritenuta la più pregiata. Le migliori nocciole tonde arrivano dai territori delle provincie di Cuneo e Asti. Coltivate secondo regole ben precise, nel 1993 alla Tonda Gentile delle Langhe è stata riconosciuta la certificazione IGP (Identificazione Geografica Protetta), attraverso la definizione più allargata di Nocciola Piemonte. La storia della nocciola in Piemonte è piuttosto recente: il territorio della Langa era, prima della II Guerra Mondiale, largamente dedicato alla produzione di foraggio, viticultura, cereali e frutta, mentre ai noccioleti erano riservati solo i terreni più ardui e scomodi da raggiungere. Al tempo, localmente si utilizzava l’olio di nocciole al posto di quello di oliva, perché meno costoso e più facile da reperire. La successiva esplosione della coltivazione della nocciola in queste zone si deve all’ apertura, nel 1942, di una pasticceria con laboratorio presso il comune di Alba da parte di Pietro Ferrero, che ha sicuramente contribuito a incrementare lo sviluppo di noccioleti nelle terre di Bassa e Alta Langa. Purtroppo, l’allargamento della zona di produzione delle nocciole a tutta la Regione permise che, sotto l’egida della Nocciola Piemonte IGP, entrassero anche prodotti che, a causa del differente clima, della composizione del terreno e della suscettibilità alle malattie, si rivelassero di qualità inferiore: si è lavorato molto quindi per differenziare, all’interno del oramai ampliato marchio Nocciola Piemonte IGP, la Tonda Gentile delle Langhe.
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L’Ecomuseo regionale dei terrazzamenti e della vite.
L’architetto Donatella Murtas nel 1995, è ideatrice dell’Ecomuseo regionale dei terrazzamenti e della vite di Cortemilia e sua coordinatrice; l’Ecomuseo promuove la valorizzazione di quei paesaggi terrazzati che a pieno titolo rappresentano uno degli aspetti di maggior rilievo nel territorio di Cortemilia e delle valli Bormida e Uzzone. Opere monumentali, risultato dell’ingegno, della sapienza e della pazienza dell’uomo, che in terre aspre come quella dell’Alta Langa, caratterizzata da altitudini che superano i 600 metri, da sempre si è avvalso della pietra per costruire i chilometri di muretti a secco che ancora oggi abbracciano e sorreggono le colline. Pietre che spesso, legate con la malta, andavano anche a costituire i vari ciabòt, i ricoveri per gli attrezzi, e le case stesse dei contadini, in un insieme di armonia e bellezza, ma anche di estrema funzionalità: il muro a secco infatti aiuta a contrastare il dissesto idrogeologico, trattenendo il terreno e filtrando eventuali acque in eccesso; il particolare microclima creato dalla pietra, che nelle ore notturne restituisce il calore accumulato durante il giorno, ha da sempre favorito la coltivazione, in particolare per la vite.
L’Ecomuseo riassume le molteplici sfaccettature di una stessa realtà: la cultura contadina del basso Piemonte. I diversi aspetti del territorio della Val Bormida da sono raccolti in tre locazioni. Il Centro d’Interpretazione, in frazione di San Michele, è il cuore della struttura ecomuseale: raccoglie gli studi, ospita gli incontri culturali, ed è uno stimolante punto di partenza per visitare il territorio circostante.
La Cascina di Monteoliveto. Situata sulla sommità di un promontorio collinare interamente terrazzato, ai cui piedi si può ammirare la Pieve Romanica, oltre ad essere un notevole punto panoramico ospita laboratori, organizza visite guidate alla struttura e alle coltivazioni (vigneti e frutteti di antiche varietà locali).
Gli essiccatoi tondi per le castagne. Nel dialetto locale sono gli “Scau“. Sono sparsi su tutto il territorio, e rappresentano l’anima più antica e per certi versi più misteriosa di queste terre.
L’Ecomuseo fra i presidi Slow Food per la Biodiversità.
l’Ecomuseo fa parte anche dei presidi della Fondazione Slow Food per la Biodiversità in quanto elemento di forte stimolo per il recupero dei terrazzamenti della valle e della coltivazione della vite, svolgendo un ruolo di ‘apripista’ con la riqualificazione dei terrazzamenti vitati di Monteoliveto, sito tematico dell’Ecomuseo, con la prima vinificazione di dolcetto sui terrazzamenti nel 2001, con la successiva riscoperta del vitigno liseriet.
Da quel momento in poi alcuni giovani produttori della valle hanno iniziato a reimpiantare o a recuperare le vecchie vigne di dolcetto, nonostante la difficoltà nel lavorare sui terrazzamenti.
La meccanizzazione è nulla o quasi, per la gestione delle infestanti sono praticate esclusivamente operazioni di diserbo fisico o meccanico e la vendemmia è svolta a mano, selezionando accuratamente i grappoli e preservando la loro integrità fino all’arrivo in cantina.
Il Presidio Slow Food è nato per salvaguardare i terrazzamenti in pietra e valorizzare il paesaggio agrario storico di questa valle.