MENO DOMANDE, PIU’ COMUNICAZIONE.
“Che lavoro vuoi fare da grande?”
“Che musica ascolti?”
“Hai la ragazza? È carina?”
Cambiano le generazioni e le loro definizioni… X, Z, Alfa… ma poi alla fine ai giovani vengono fatte sempre le stesse domande. Banali.
Tanto ovvie e inutili quanto retoriche.
I miei coetanei in maggioranza non sanno quale sarà il lavoro che avranno. Probabilmente se lo inventeranno! L’innovazione o il ritorno alla tradizione, stanno talmente correndo ed evolvendo che ogni variabile andrà a creare prospettive nuove. E comunque probabilmente non riuscirebbero a concepire un lavoro unico e ripetitivo tutta la vita. Ciò che ai nostri genitori dava sicurezza di stipendio assicurato e garantito si è sgretolato a causa di crisi, pandemie e costi. Quindi siamo preparati al concetto di flessibilità. Mobilità nei modi, nei fini, persino nei luoghi di svolgimento.
Non ci poniamo limiti o confini.
Nel lavoro, come nei gusti musicali. Come nell’amore. Non abbiamo griglie e distinzioni. Contano i sentimenti. E non sono importanti i canoni estetici. Ci dicono che dobbiamo sconfiggere il “bullismo”. Si, vero. Ma non tutti i ragazzi sono così. La maggior parte, non insegue la bellezza perfetta e “ritoccata” come alcune mamme che vogliono ancora dimostrarsi adolescenti, riuscendoci pure bene. Noi teens non siamo tutti vandali come la gang ostentate per fare ascolto nei talk televisivi. Anche le “generalizzazioni” e i luoghi comuni sono bullismo. Adolescenti = problematici. Tra guerre (non volute dai giovani) e incertezze, contestazioni e ansie, probabilmente siamo obiettivamente complessi “da gestire”. Ma basta cercare di comprenderci e ascoltare. Compriamo abiti usati per ridurre gli sprechi, non ci ossessionano marchi e brand come negli anni ’90, facciamo la raccolta differenziata, il plogging e rappresentiamo il 9,4% del volontariato ( in crescita di 3 punti percentuali negli ultimi 2 anni secondo Openpolis) e odiamo le pellicce.
Ci parliamo in chat e stiamo a lungo su tik tok, instagram e i social…
Vero, ma non impariamo solo esempi negativi, seguiamo tutorial e lezioni di qualsiasi argomento, masticando lingue e abitudini di un mondo sempre più facile da scoprire. E forse se dedichiamo tanto tempo al “virtuale” è perchè i nostri genitori sono talmente impegnati a sostenere vite stressanti e logoranti, da non avere tempo abbastanza da dedicare ad attività condivise. A parte casi estremi, siamo molto più “bravi” e assennati di quanto ci dipingono. Forse se X, Y, Z e Alfa si rendessero conto che tutti ci sentiamo a volte più “giovani” e a volte con il “peso” e l’ansia del futuro, troveremmo molti più argomenti in comune e le domande retoriche e inutili, si trasformerebbero in progetti comuni.
Scambi costruttivi. Stimoli di riflessione.
“Non so che lavoro farò fra qualche anno, ma so che tu mi sosterrai e insieme troveremo un’attività appagante e utile.”
“Mi piace tutta la musica, soprattutto Morandi e Paolo Conte perchè conoscete le parole delle canzoni anche voi e i nonni, e le possiamo cantare insieme.”
“Non ho una ragazza, o un ragazzo, o un lovefriend, ma so che mi innamorerò. Prima o poi… e non sarà per la bellezza esteriore, per com’è, ma per cos’è e per chi è.
Per come mi farà sentire: giovane per tutta la vita.”
Guardare il mondo con occhi diversi.
Molti giovani si dedicano al sociale. Tante associazioni ETS iscritte al RUNTS, come quelle aderenti al CSV, Centro Servizi Volontariato operativo a livello locale e nazionale, si avvalgono di volontari giovani nell’attuazione delle loro attività. Il campo di volontariato ideato da InformaGiovani di Palermo, ad esempio, è un piccolo progetto della durata di pochi giorni, durante il quale volontari di diversi paesi, con culture ed esperienze diverse, si incontrano per vivere e lavorare insieme.
Durante questo periodo si impegnano a sostenere progetti utili alla collettività e alla comunità locale, di solito organizzati da una associazione, da un Ente locale, da semplici gruppi di cittadini.
Il contatto con la comunità locale è un elemento fondamentale, che fa del campo un’esperienza unica, un modo irripetibile per guardare il mondo con occhi diversi, vivere e conoscere la realtà locale non da semplice turista.
I campi di lavoro internazionale abbracciano tantissime tematiche:
• la promozione della pace e del rifiuto della guerra
• gli stili di vita sostenibili e la tutela dell’ambiente
• la solidarietà sociale
• la cooperazione internazionale
• la tutela e la promozione dei diritti umani e civili
• l’educazione alla legalità
• le attività culturali o ricreative
Gli unici requisiti richiesti a chi voglia partecipare sono la voglia di condividere e di impegnarsi, lo spirito di adattamento, la voglia di stare insieme agli altri e la capacità di condividere un obiettivo comune con persone che possono essere molto diverse tra loro.
Per maggiori informazioni: